In Russia più oro che dollari nelle riserve della banca centrale
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Per tranquillizzare chi avesse preso paura del calo avuto dal prezzo oro di questa settimana, pubblichiamo stralci di un articolo di Pierandrea Ferrari edito su Money.it oggi 27 Febbraio 2021 che leggete per intero tramite link.
Gli analisti concordano che si tratta di un calo temporaneo, dovuto alla ricerca di rendimenti più elevati da parte degli operatori sui mercati. Questa tendenza sarà di breve durata e la debolezza del dollaro USA obbligherà la Fed ad intervenire per evitare la probabile crescita dell’inflazione. Tutto ciò dovrebbe rendere molto appetibile il metallo prezioso e la quotazione oro tornare ben oltre i 2.000$/oncia.
…” Il calo del prezzo della commodity – particolarmente marcato questa settimana, ma da inquadrare in un trend ribassista che ha preso piede dall’inizio dell’anno – è da ascrivere all’irrigidimento della curva dei rendimenti dei Treasury statunitensi a dieci anni provocato dagli ormai diffusi timori su una prossima fiammata dell’inflazione, e – consequenzialmente – dal maggiore orientamento verso asset ad alto rendimento da parte degli investitori”…
…” Dietro l’atteso rimbalzo dell’oro non solo gli interventi correttivi della Fed, ma anche la perenne debolezza del dollaro, destinato – secondo gli analisti – a cedere il 10% nei prossimi mesi. Un fattore rialzista, questo, che potrebbe andare a sommarsi a quei tassi d’interesse ai minimi che le banche centrali intendono mantenere nonostante le prospettive di ripresa economica.
Certo, una crescente inflazione potrebbe spingere la Fed e le altre banche centrali a rivedere le loro politiche “dovish” sui tassi, ma in tal caso l’oro – in qualità di bene rifugio – tornerebbe ad attrarre quegli investitori intenzionati a blindare i loro risparmi in vista di un rialzo dei prezzi, in una sorta di dinamica win-win”…