Il suicidio economico dell’Europa
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Pubblichiamo stralci di un importante studio postato il 09/08/2022 da Renato Veneruso sul sito del Centro Studi Livatino che potete leggere per intero tramite link.
Essenzialmente lo studio conferma quanto da noi sostenuto dal lontano 2013, la probabilità che gli italiani vengano coinvolti direttamente con i loro risparmi al risanamento del debito pubblico nazionale.
Come questo potrà accadere, una patrimoniale od un prelievo forzoso come quello del 1992 ma molto più sostanzioso non sappiamo, ma che l’Europa ci obbligherà è certo.
…” Dell’abbandono delle politiche di allentamento del rigore economico, adottate in Italia da oltre due anni per ragioni di contrasto pandemico, potrebbe essere chiesto conto al prossimo Governo, col pieno recupero del sistema di condizionalità economica, cui è sempre stato ispirato l’aiuto finanziario delle istituzioni monetarie della UE. Ma ciò costituirebbe l’ennesimo vulnus per la democrazia e il rispetto della volontà degli elettori”…
…” In particolare, la BCE ha approvato il TPI–Transmission Protection Instrument, con il quale si prevede la possibilità di acquisti di dimensioni illimitate da parte dell’Istituto di Francoforte di obbligazioni dei Paesi dell’Eurozona che siano in difficoltà finanziarie per l’aumento dello spread, in funzione appunto di stabilizzazione dei mercati finanziari. Tale rinnovato strumento finanziario sostituisce il PEPP–Pandemic European Purchase Program, con il quale, fin dalle prime settimane successive alla diffusione del Covid19, la BCE aveva fornito il proprio apporto finanziario ai Paesi europei”…
…” In ragione dell’esempio – negativo – della Grecia, cui era già stato imposto un programma draconiano di riforme strutturali che hanno “affamato” il popolo ellenico, lo strumento dell’OMT non ha praticamente mai trovato attuazione, anche in ragione della mancata approvazione nazionale del MES”…
…” Chi immagina di assumere, con il conforto del consenso popolare che è mancato ai governi degli ultimi dieci anni – tutti guidati da premier privi dell’investitura del voto – la guida del governo nazionale a partire dal prossimo autunno, senza fruire quindi dell’ombrello protettivo costituito dalla credibilità internazionale di Mario Draghi, dovrà fare attenzione al rapporto con le istituzioni europee e con i c.d. ‘mercati’ internazionali, alla luce della rinnovata pretesa che questi sicuramente avranno di rispetto di regole e condizioni inevitabilmente lesive, almeno in tesi, delle prerogative nazionali sulle politiche economiche e finanziarie del Paese: un ‘acconto’ sono i moniti da ultimo lanciati dalla agenzia di rating ‘Moody’s’ sui rischi di default dell’Italia”…