Il rally storico dell’oro è un segno che il regno del dollaro USA come valuta di riserva è in discussione, afferma il gestore del portafoglio
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Pubblichiamo uno stralcio dell’analisi di Andrew Lake, Head of Fixed Income di Mirabaud Asset Management edita da Milano Finanza del 07/08/2020 che potete leggere per intero tramite link.
La crisi economica, la debolezza del dollaro USA e l’incertezza dovuta alle elezioni americane stanno solo accelerando la crescita del prezzo oro, ma la corsa della quotazione oro è iniziata nel 2018 dice Lake e nulla fa pensare che si possa fermare nei prossimi mesi.
“La crisi economica è ancora evidente in Europa, dagli ultimi numeri sul PIL. In Spagna, ad esempio, il PIL del secondo trimestre è sceso del 22,1%, ovvero del -18,5% trimestre su trimestre. Le stime di Francia e Italia vanno nella stessa direzione, mentre la Germania ha registrato un calo inferiore, pari al -10%. La situazione non è delle migliori nemmeno negli Stati Uniti, dove i guadagni occupazionali sembrano essersi bloccati. Anche la ripresa economica a V sembra ormai un’ipotesi lontana. A questo si aggiunge una più sostenuta ondata di Covid-19 in Europa – bassa rispetto agli Stati Uniti, ma comunque preoccupante. Regno Unito, Spagna e Germania hanno ritirato alcune delle misure di riapertura, anche se ci troviamo di fronte a lock-down localizzati e limitati. In queste circostanze, l’oro è una copertura contro l’inflazione o uno strumento di rischio? Al momento sembrerebbe prevalere il secondo caso. Dal 2018 l’oro ha visto un notevole incremento, ma l’inflazione è rimasta contenuta. Poiché riteniamo che non sarà un tema ancora per un po’, è sbagliato a nostro avviso usare l’argomento “inflazione” per spiegare perché l’oro abbia avuto una tendenza rialzista nelle ultime settimane.”
“Con la diminuzione dei rendimenti dei Treasury, il costo/opportunità di possedere dell’oro si riduce. Se a questo si aggiungono la continua incertezza del mercato e la debolezza del dollaro, si capisce perché il prezzo dell’oro potrebbe toccare a breve i 2.000 dollari l’oncia. Gradualmente, i rendimenti reali e l’oro tendono a muoversi in tandem; quando i rendimenti reali diventano più bassi il dollaro si indebolisce, e a sua volta fa salire il prezzo dell’oro. Se si aggiunge lo stimolo senza precedenti della FED, si può capire perché l’attrazione verso il dollaro sia diminuita, con l’oro a compensare. Non peseremo negativamente il dollaro, ma sicuramente negli ultimi mesi è stato sotto pressione. Dovesse esserci un altro periodo di rischio, potremmo benissimo vedere sia l’oro che il dollaro muoversi di pari passo, con gli investitori che fuggono verso i tradizionali beni rifugio.”