Tassi in crescita, anzi no
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Agosto 17, 2021L’oro è destinato a essere istituzionalizzato?
Pubblichiamo alcuni stralci (tradotti con Google) di una lunga relazione di Giordano Eliseo analista dell’australiana The Perth Mint edita dalla medesima il 19/07/2021 che leggete in lingua originale tramite link. Nell’analisi dell’esperto viene evidenziato che gli investitori istituzionali utilizzano sempre di più l’oro per la diversificazione e come asset anti inflazione. Studiando i rendimenti su un periodo di 23 anni ed inserendo i dati modificati dall’inserimento dell’oro evidenzia che avrebbero potuto offrire ai risparmiatori investimenti non solo più sicuri ma anche più redditizi e più facili da monetizzare.
Chi volesse avere l’intera relazione tradotta può farlo facilmente tramite i remind del sito.
… ” Si prevede che il 38% degli investitori con un’allocazione in oro esistente aumenterà la propria partecipazione nei prossimi 3 anni rispetto all’8% che pensa che la propria esposizione diminuirà. La variazione prevista dell’esposizione in base alla dimensione del fondo è evidenziata nel grafico sottostante. Il 40% degli investitori senza allocazione prevede di adottarne uno nei prossimi tre anni, con il 4% delle attività in portafoglio come importo di allocazione previsto.
Le ragioni per cui gli investitori istituzionali guardano all’oro sono molteplici. Includono il suo potenziale per fornire una preziosa diversificazione del portafoglio, migliorare i rendimenti adeguati al rischio, coprire tassi di inflazione potenzialmente più elevati ed essere una fonte affidabile di liquidità.”…
… ” Sebbene i migliori rendimenti corretti per il rischio da soli possano giustificare un’allocazione dell’oro in un portafoglio, probabilmente non colgono appieno i vantaggi di detenere il metallo prezioso, dato che guardano solo alla performance e alla volatilità, piuttosto che all’intera gamma di rischi che gli investitori devono considerare in quando si alloca il capitale.
A parità di altre condizioni, un’allocazione all’oro probabilmente migliorerà anche la liquidità, oltre a ridurre i costi di investimento e il rischio di credito di un portafoglio gestito istituzionalmente”…
… ” Con l’oro che ha raggiunto i massimi storici lo scorso anno, ci si potrebbe chiedere se ora sia il momento giusto per considerare di incorporare un’allocazione al metallo prezioso in un portafoglio diversificato.
La prima osservazione è che quando si esaminano i mercati nel loro insieme oggi, pochi, se non nessuno, sembrano economici in assoluto. Investire e confrontare le classi di attività tra loro sembra quasi esclusivamente un gioco relativo in futuro.
Guardando all’oro in particolare, e sebbene non sia più economico come vent’anni fa, una varietà di parametri dalla misurazione del prezzo reale dell’oro relativo all’inflazione, alla quota dell’oro delle attività finanziarie globali, al suo prezzo relativo agli indici del mercato azionario, tutti suggeriscono che è ancora poco costoso rispetto alla storia.
Ad esempio, il grafico seguente illustra il rapporto tra il prezzo spot dell’oro in USD e l’S&P 500 dal 1972 alla fine del 2020. Suggerisce che l’oro è tutt’altro che costoso rispetto alle azioni di oggi”…
… ” Questi fattori combinati continuano a fornire uno sfondo favorevole per l’oro. Il fatto che il metallo prezioso è altamente liquido, ha un rischio di credito pari a zero, è facile da negoziare e immagazzinare ed è un investimento a basso costo da incorporare in un portafoglio diversificato, gestito istituzionalmente o SMSF, dovrebbe solo aumentare il suo fascino”…