Pubblichiamo stralci di un articolo di Paola Valentini edito su Milano Finanza il 17 novembre 2022 che potete leggere per intero tramite link. Nell’articolo Craig Erlam, importante analista di mercato senior, Regno Unito e Emea di Oanda dice che, dopo un anno 2022 nel quale la quotazione dell’oro ha subito le incertezze dei grandi investitori, legate al rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed e della BCE ma che ha sostanzialmente tenuto, nel quarto trimestre ha preso slancio dal ritorno all’acquisto di oro fisico da parte delle banche centrali e dei piccoli investitori. Di fatto i migliori analisti ritengono che, come avvenuto in passato, la politica di inasprimento dei tassi di interesse non potrà proseguire oltre febbraio del 2023 e che in seguito il prezzo oro salirà inevitabilmente in maniera importante seguendo la linea adottata dalle banche centrali negli ultimi 10 anni.
… ” Dopo un 2022 in cui il prezzo è stato altalenante per via del rialzo dei tassi, l’investment bank ritiene che il recente aumento dei prezzi continuerà anche l’anno prossimo grazie allo stop degli aumenti del costo del denaro da parte della Fed. In questa ultima parte del 2022 il prezzo dell’oro ha rialzato la testa. E dai minimi di 1.630 dollari toccati il 3 novembre dopo i massimi di oltre 1.980 dollari di inizio marzo quando è scoppiata la guerra in Ucraina, il metallo giallo ha superato in due settimane quota 1.780 dollari, tornando vicino a 1.800 dollari anche se da inizio anno resta in ribasso del 4%”…
… ” Gli investitori hanno avuto sentimenti contrastanti nei confronti dell’oro nel 2022″, spiega Ubs per via di forze opposte: da una parte l’aumento dei tassi reali e un dollaro forte, due elementi ribassisti, e dall’altra un’inflazione elevata e alta incertezza macro, fattori rialzisti. Secondo Ubs nel 2023 le forze ribassiste verranno meno e “crediamo che sarà l’anno dell’oro per due motivi. In primo luogo, in un contesto di tassi in calo, l’oro tende a salire di circa il 19% per ogni 100 punti base calo dei tassi reali anche se c’è da tenere in conto l’effetto della domanda fisica”. Le stime di Ubs indicano una quotazione di 1.800 dollari nel primo trimestre 2023, di 1.825 dollari nel secondo, di 1.875 nel terzo e di 1.900 dollari a fine 2023″…
… ” L’investment bank ritiene che la Fed inizi a tagliare i tassi ufficiali nel secondo trimestre del 2023, dopo lo stop al ciclo rialzista a febbraio. “Questo sarebbe simile ai periodi precedenti negli anni ’80 e metà degli anni ’90, quando la Fed ha tagliato i tassi ufficiali 1-2 trimestri dopo l’ultimo rialzo dei tassi. Durante questi periodi, la perdita mediana dell’oro nel primo trimestre dopo l’ultimo rialzo dei tassi è stata di circa -2,6%; ma i prezzi alla fine sono rimbalzati di circa il 5% nei due trimestri successivi, ma mano che la Fed ha ricominciato a tagliare i tassi ufficiali”…
… ” Le banche centrali in particolare sono state nette acquirenti di oro da più di un decennio, in una tendenza più ampia di diversificazione delle riserve denominate in dollari. Quest’anno, la guerra Russia-Ucraina e le relative sanzioni hanno rafforzato tale tema. Al terzo trimestre gli acquisti netti delle banche centrali sono già superiori ai massimi dell’intero anno precedente. In secondo luogo, la proporzione delle disponibilità in oro rispetto alle attività complessive detenute da parte degli investitori istituzionali rimane bassa, a nostro avviso”. Terzo punto: “anche la forte domanda fisica è stata un fattore chiave che ha influenzato la relazione tra oro e tassi reali. Principali mercati dell’oro fisico sono India e Cina che hanno continuato ad acquistare grandi quantità di oro quest’anno, grazie ai prezzi più bassi sotto la pressione delle forze macro”…