Una Bretton Woods asiatica?
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Pubblichiamo stralci di un articolo di Francesco Pontelli, noto economista italiano, edito da Il Patto Sociale il 06 aprile 2021 che potete leggere per intero tramite link.
Nell’articolo Pontelli suona un campanello d’allarme in relazione alla elevata possibilità che venga deciso di effettuare un prelievo forzoso dai sudati risparmi degli italiani.
Peraltro, essendo direttamente riferito al risanamento del debito pubblico salito nell’ultimo anno dal 135% al 160% del Prodotto interno lordo, detto prelievo sarebbe decisamente superiore al 6/1.000 di quello praticato nel ’92 dal governo Amato. Parte interessata affinché ciò avvenga, dice Pontelli, sono le banche stesse e da qui il rischio di tenere i propri risparmi presso le stesse.
Per parte nostra facciamo presente che tale operazione non sarebbe praticabile a fronte di
una diversificazione in una riserva aurea legalmente detenuta dal risparmiatore.
… ” In due occasioni, tuttavia, nel novembre del 2011 e nel febbraio del 2021, la politica ha alzato bandiera bianca lasciando la guida nostro Paese prima a Monti ed ora al prof. Draghi. La democrazia italiana al di là delle diverse rotte politiche sostanzialmente si è sempre basata sulla “divisione operativa” dei poteri, una vera e propria diarchia, all’interno della quale la politica gestisce la spesa pubblica mentre il sistema bancario il settore creditizio.”…
… ” L’assoluta insufficienza della disponibilità finanziaria dello Stato per far fronte alle emergenze economiche e finanziarie legate alle chiusure forzate delle attività economiche ha offerto l’occasione per avanzare da parte del sistema degli istituti di credito, appoggiato da buona parte della classe politica, ad individuare come ultima chance operativa strategica il risparmio privato. In questo senso va ricordato come l’ammontare totale raggiunto dal risparmio privato attualmente vada oltre i 10.000 miliardi di euro mentre le risorse liquide “giacenti” sui conti correnti risultino di circa 1.740 miliardi, pari sostanzialmente al valore annuale del PIL italiano.”…
… ” Con la pandemia questo senso di insicurezza ha trovato nuove motivazioni. In questo contesto la classe politica e dirigente italiana, che rappresentano la principale causa di questa situazione di incertezza, intendono penalizzare gli effetti della propria inadeguatezza in perfetta sintonia con il sistema degli istituti di credito. L’idea individua nella penalizzazione delle “giacenze” di liquidità (superiori a 50.000 euro?) a causa dell’emergenza sanitaria ed economica e conseguentemente finalizzarla verso consumi ed investimenti.”…
… ” La pandemia ha evidenziato come tali risorse anche se in forma di liquidità non risultino più sufficienti non tanto alla crescita economica ma quanto al finanziamento complessivo della stessa diarchia. Sostanzialmente questa seconda opzione risulta finalizzata al finanziamento, ancora una volta, della spesa pubblica anche se in un momento di emergenza pandemica e magari contemporaneamente fornire risorse aggiuntive al sistema bancario stesso con l’obiettivo di acquistare anche i titoli del debito pubblico.”…