Pubblichiamo gli stralci di un articolo di Aldo Fontanarosa su La Repubblica, lo potete leggere per intero tramite il link.

Tralasciando l’errore di collegare le azioni minerarie alla crescita del prezzo dell’oro, sono cose totalmente separate, l’articolo è uno spot a favore degli ETF e cita la banca HSBC unica a non prevedere una ulteriore crescita della quotazione dell’oro.

Gli ETF hanno nel sottostante lingotti di oro fisico, ma non servono a tutelare il piccolo investitore che non ne detiene la proprietà, ci fa specie che si voglia far credere il contrario mentre sottolineiamo la correttezza dell’analisi fatta da Carlo Alberto De Casa che indica l’oro fisico come scudo per chi investe nel mercato azionario.

“C’è chi compra lingotti o monete di pregio, da custodire gelosamente in cassaforte o in banca. Chi affida i propri risparmi a società di investimento (i fondi Etf), che li puntano sul metallo giallo. Chi invece acquista azioni delle più attive società minerarie al mondo. E così il prezzo dell’oro – in questo 2020 di pandemie e turbolenze economiche – tocca livelli da record.”

“Il bello dei fondi Etf e di quelli Etc (specializzati proprio nelle materia prime) è che non sono strumenti metafisici, lontani, riservati ai milionari. Anche risparmiatori comuni – se guidati da consulenti e broker responsabili – possono servirsene investendo somme contenute.”

“Ma Carlo Alberto De Casa – capo analista della ActiveTrades a Londra e autore del saggio “I segreti per investire con l’oro” (Hoepli) – spiega in modo diverso questa pazza corsa all’oro. «Da alcune settimane, il mercato azionario sta conoscendo un recupero molto significativo. Questo significa che molti investitori stanno tornando a scommettere sulle azioni”.

“La nostra sensazione è che questi investitori, anche se convinti di una tenuta delle Borse, avvertono la necessità di coprirsi le spalle, nell’eventualità il Covid-19 rialzi la testa in autunno. In questa logica, comprano sì le azioni, ma contemporaneamente anche tanto oro”.